domenica 10 maggio 2009

PicObject: FLESSIONI ESTETICHE

Azzardare una riflessione, la forma che funziona come teoria. Andare fuori per trovarsi dentro. Fisicamente. Con odori, solitudini, misunderstandings, riletture.

La ri -texturizzazione dell'informazione da parte dei picObject (Luca Poncellini e Matteo Mocchi), ultima tappa della cucitura tra design diffuso e pratica dell’evento attraverso l’oggetto, si è conclusa con uno smontàge (risentito?) da parte dei residenti.

Il territorio ha catabolizzato l’intervento delle false indicazioni turistiche. Le nervature dei coloni hanno reagito a un’indicazione post post Dada con la cancellazione.

L’uso delle forbici e del giornale si è flesso al guerrilla advertaising combinando le parole in slogan caustici, facendo cortocircuitare il senso, mettendo in discussione l’ordinario, il truismo, il banale. Non ha funzionato, o, meglio, ha avuto un'iperazione. Il marchingegno si è attivato a tal punto da dover essere asportato. L’organo in rigetto è naturalmente confluito alla foce: il pic-nic al tempio, nel suo camuffato isolamento.

Non più materia (distrutta) è quella che ci si offre, ma racconto della forma – ancora una volta - letta nei suoi diversivi, messa in parentesi dagli interventi, mimetizzata e rivelata nella cultura che ci appartiene e che si fa immediata struttura di pensiero e operazione estetica. Leggibile ed eleggibile per concetti, prassi, attitudes.

Coincidenze che forziamo e giustapponiamo in immagini sature di implicazioni.

Questa è realmente una tela che si disfa mentre la si tesse e la si scuce.

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